Tutti noi viviamo e lavoriamo in un ambiente digitale. Prodotti, strutture e servizi sono alimentati e resi possibili dalla tecnologia digitale, che attraversa confini e frontiere e influenza le vite di una larga parte della popolazione mondiale. Riflette una delle caratteristiche principali dell’industria alimentare: tutti ne hanno bisogno e hanno imparato a fare affidamento su di lei.
Lo stesso vale per gli standard. Benché sia stata per lo più nascosta agli occhi del pubblico, la standardizzazione si è sviluppata nell’ultimo secolo diventando una parte indispensabile e fondamentale dell’infrastruttura sociale ed economica del mondo. Di solito gli standard sono sviluppati da gruppi di esperti di un settore, che rappresentano una vasta gamma di attori in svariati mercati (tra cui il consumatore finale), e operano sia a livello nazionale sia internazionale.
Approvvigionamento di cibo digitalizzato
L’ambiente digitale sta trasformando i processi associati con la produzione e la distribuzione del cibo. Dai macchinari per la coltivazione guidati da satelliti fino agli imballaggi ecosostenibili, la tecnologia digitale sta riducendo i costi, aumentando l’affidabilità e aprendo nuovi orizzonti. Questa tendenza, soprannominata "Industria 4.0" ha pochi limiti nelle sue applicazioni pratiche ma gli standard sono essenziali per garantire compatibilità e integrazione, oltre a comprensione e aspettative largamente condivise.
Con un aumento previsto della popolazione globale di due miliardi di individui nei prossimi 30 anni, insieme alle aspettative legittimamente in crescita per le comunità più povere, in questo lasso di tempo la produzione di cibo dovrà raddoppiare, e dovrà essere sempre più affidabile e sostenibile, con una distribuzione efficiente. Ciò richiede innovazione, immaginazione e investimenti. Gli standard evolvono per rispecchiare gli sviluppi tecnologici e del mercato e possono anche essere usati per supportarli e promuoverli. Integrare un sistema di standardizzazione adattabile e flessibile nel percorso dall’idea allo scaffale è un approccio attraente, rapido ed economico per acquisire credibilità dei prodotti, incoraggiare il supporto finanziario e farsi accettare dal mercato.
Nell’ambito degli standard si assiste in tutti i settori a uno spostamento verso soluzioni digitali, spesso definite SMART, cioè Semantic, Machine Applicable, Readable and Transferrable (semantiche, applicabili alle macchine, leggibili e trasferibili). Tradizionalmente il settore degli alimentari e delle bevande ha sempre usato un mix di tecnologie, da apparecchiature "analogiche" aggiornate ad attrezzature high-tech e "smart" nei diversi siti di produzione e a seconda dell’anello della catena di distribuzione. Stabilire l’interoperabilità è quindi molto importante per assicurare una produzione senza intoppi e consentire un risparmio di risorse ed efficienza. Sia per questo motivo sia per questioni correlate all’affidabilità dei dati, gli standard (in tutti i formati, anche quello digitale) possono fornire soluzioni per l’industria alimentare.
La trasparenza dei dati, ad esempio, potrebbe comportare significativi vantaggi per definire la provenienza degli alimenti, ma spesso vengono sollevate questioni rispetto a chi inserisce i dati, chi li controlla e come si possa proteggerli da chi potrebbe danneggiarli o comprometterne la sicurezza. Risposte a queste domande si possono trovare nello sviluppo di standard che consentono un’amministrazione rigorosa dei dati, con standard che in futuro riuniranno specifici parametri per diversi prodotti, accanto ad altri che possano garantire la qualità dei dati.
Gli stakeholder devono potersi fidare delle catene di distribuzione degli alimenti, e la qualità dei dati utilizzati è quindi un problema importante da affrontare per gli sviluppatori degli standard. Il comitato ISO sui dati industriali (ISO/TC 184/SC 4), ad esempio, sta considerando numerosi aspetti della qualità dei dati in standard che si occupano di questo tema, ad esempio ISO 8000. Dopotutto, se c’è un problema di dati, i danni possono essere enormi: basti pensare alla missione Mars Climate Orbiter, in cui un singolo dato in un singolo file digitale interpretato in modo errato ha fatto sì che il modulo spaziale non sia sopravvissuto nell’atmosfera di Marte. Oppure, per fare un esempio più banale, immaginiamo la storia di Buttercup, nata a marzo 2019, che ha ricevuto le vaccinazioni necessarie e una dieta sana, è stata macellata nel novembre 2019 ed è stata venduta nel mercato alimentare. Tutti i documenti sulla sua vita sono aggiornati e conservati in una catena di blocco: peccato però che Buttercup sia stata erroneamente registrata (accidentalmente o intenzionalmente) come mucca ma sia invece una scrofa. Un errore come questo determina un problema di fiducia. Anche se non è un caso spettacolare come la distruzione di una navicella spaziale, si tratta pur sempre di una falla nei dati della catena di distribuzione, che rende impossibile ottenere interoperabilità e sicurezza dei clienti.
Standard per gli alimenti
Alcuni esempi di standard già in azione e funzionanti nel settore alimentare sono strumenti che potresti conoscere, ad esempio PAS 7000 per la gestione del rischio della catena di distribuzione, che aiuta le organizzazioni a stabilire un modello informativo per la catena di distribuzione che consenta ai fornitori di dimostrare le proprie credenziali in modo univoco. In futuro potrebbe essere reso digitale per essere usato in sistemi esistenti e nuovi. Un altro standard interessante dal punto di vista dei contenuti è PAS 96, che affronta il problema della protezione di cibi e bevande dagli attacchi. Nella sicurezza alimentare possono essere utili anche altri standard chiave di gestione dei sistemi, ad esempio ISO 14001 per la gestione ambientale e ISO 50001 per la gestione dell’energia (che aiuta i siti produttivi a ridurre le emissioni di CO2 e i costi, migliorando le operazioni). Questi standard per i sistemi di gestione forniscono tutti un quadro di riferimento eccellente per consentire alle aziende di commerciare in modo efficiente con partner globali e, sebbene possano essere trasformati per l’uso digitale, potrebbero in futuro anche essere forniti alle organizzazioni in una forma molto più personalizzata, con strumenti di scoperta, interpretazione e adattamento. Sono già adatti per l’ambiente digitale poiché esistono per aiutare a snellire procedure e processi. Questi standard sono abbastanza generici da poter essere applicabili al settore alimentare, all’industria automobilistica o anche all’aviazione. Un altro esempio familiare è ISO 9001 sui sistemi di gestione della qualità, che ha avuto un effetto rivoluzionario sulle aziende di tutto il mondo.
Gli standard di consenso internazionali, sviluppati, offerti e applicati con l’aiuto di tecnologie digitali in costante evoluzione, contribuiscono a garantire un approccio coerente e le migliori pratiche, e offrono una solida base per condividere le aspettative e costruire la fiducia. In questa era digitale, esistono già per aiutarti a costruire fiducia tra il tuo team, i cliente e i fornitori. Nei casi in cui non siano già parte integrante delle tecnologie digitali, probabilmente lo saranno presto.
Sara Walton è la Responsabile del settore alimentare (Standard) per BSI, organizzazione internazionale per lo sviluppo di standard ed ente di normazione nazionale britannico. Ha oltre 10 anni di esperienza nella standardizzazione, ha lavorato con stakeholder rappresentativi e comitati britannici di primo piano per la sicurezza alimentare, la qualità, la salute e la sicurezza occupazionale, producendo soluzioni normative pratiche in aree di interesse per governi, industria e società civile.
Articolo originariamente pubblicato su eye on Food Safety®.